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EDIZIONE 2008

DE RITA: "VA RISCOPERTA LA CULTURA COMUNITARIA,
IL TROPPO INDIVIDUALISMO PORTA ALL'IMMORALITA'"
Venerdì 23 maggio la consegna del premio a Giuseppe De Rita
9 maggio 2008



L'originalità dell'iniziativa e una sorta di piacere "narcisistico" nell'essere identificato come un personaggio capace di dire le cose come stanno.

Queste le motivazioni che hanno indotto Giuseppe De Rita, presidente del Censis, ad accettare il premio "Socrates Parresiastes'', omaggio dell'associazione culturale "I devoti di Sant'Agnese'' dell'Aquila a una personalità di spessore internazionale che si è particolarmente distinta per la franchezza, il coraggio e l'autorevolezza delle sue espressioni. Un premio che si richiama direttamente allo spirito dei Devoti e delle altre congreghe agnesine, che intendono promuovere la tradizione della maldicenza aquilana non come basso pettegolezzo, ma come sano antagonismo della dialettica, come elemento portante della critica costruttiva. E nell'esprimersi in questo modo, la verità emerge più facilmente.

De Rita riceverà il premio venerdì 23 maggio, alle 18, nel corso di una cerimonia che si terrà alla sala delle assemblee della Cassa di Risparmio della provincia dell'Aquila, in corso Vittorio Emanuele, alla presenza del sindaco del capoluogo d'Abruzzo, Massimo Cialente (Comune e Carispaq sostengono da sempre le iniziative legate alla tradizione di Sant'Agnese) e di Ottaviano Del Turco, presidente della Regione Abruzzo, che patrocina questa manifestazione.

"Un premio assolutamente originale, al di fuori degli schemi. Non è facile trovare un'iniziativa analoga" ha commentato De Rita, 66 anni, in passato presidente anche del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel), considerato uno dei maggiori sociologi del Paese. ''Oltre a ciò, non nascondo che fa piacere essere indicato come uno che non ha problemi a parlare in modo 'infiocchettato' - ha proseguito - e, per quanto mi riguarda, non sono abituato a dire le cose per far piacere a qualcuno. Inoltre, sono lieto di succedere a Remo Bodei, il filosofo al quale è stato assegnato il primo 'Socrates Parresiastes', essendo una delle persone di cui ho maggiore stima".

Le analisi di Giuseppe De Rita, riportate nelle relazioni annuali del Censis, costituiscono un punto di riferimento assoluto, "soprattutto perché - ha ricordato Tommaso Ceddia, presidente dei Devoti - espongono una diagnosi dell'Italia vera e autorevole. Ciò, sia perché De Rita parla senza timore di un'Italia 'a coriandoli' o 'mucillagine', dove regna la disintegrazione sociale, sia perché sottolinea anche i metodi che sarebbero necessari per poter uscire da queste situazioni. E' per noi un grande onore poter incontrare una persona di questo spessore".

"Senza riscoprire il valore della cultura comunitaria, l'Italia andrà incontro a seri problemi - ha osservato il presidente del Censis - oggi è l'individualismo il protagonista della nostra società: siamo tutti piccoli imprenditori, consulenti e così via, e queste attività continuano a proliferare. La cultura comunitaria, al contrario, consente di godere di una migliore qualità della vita. In passato erano le comunità agricole a svolgere questo ruolo. Oggi credo che tale sana cultura possa essere reperita nei borghi. Si badi bene: non parlo solo di quelle piccole, ma pregevoli località di cui l'Italia è ricca, dove certamente è piacevole vivere più che altrove. Anche nei quartieri delle metropoli, ad esempio a Roma, a Trastevere, è possibile recuperare quel senso di integrazione sociale, quel modo di fare comunità che permetterebbe di condurre una vita qualitativamente più alta. Senza intraprendere tale strada, l'individualismo sconfinerà presto nell'egoismo e nel soggettivismo, e da lì all'immoralità il passo sarà breve".
L'Aquila, 21 maggio 2008