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PARIGI, LONDRA, MOSCA E LA MALDICENZA


di AMEDEO ESPOSITO
da Il Messaggero, 19 gennaio 2006


«...Tè pozzono accié…quantu so bravi!», avrebbe detto il compianto generale Mario Lolli. Per sottolineare il successo della “prima internazionale della maldicenza”, svoltasi il 13 gennaio scorso, al Teatro comunale. Nel corso del quale sono stati brillantemente illustrati generi e ruoli della “maldicenza” a Londra, Parigi, Mosca- Kijew e in Italia. Lo hanno fatto veramente da maestri Marc Semo, editorialista di Liberation di Parigi; William Ward, corrispondente da Londra di Panorama e Il Foglio e Savik Shuster, conduttore televisivo “libertà di parola” in precedenza a Mosca ed oggi a Kijew.

Sollecitati, in conversazione, dal giornalista Antonio Caprarica, corrispondente da Londra, oggi da Parigi, che non ha avuto nulla da ridire sulla città, eccezion fatta per il freddo pungente. Per ripararsi da esso, in una bancarella di piazza Duomo, tra lo stupore del venditore, che lo aveva riconosciuto, ha acquistato una coppola di lana. Comunque, ha ammirato la città per i tesori d’arte che “nasconde”, comprese le dimore storiche visitate, con i suoi Colleghi europei, come nel caso di “casa Ciolina” in corso Umberto, ospiti di Carlo Cobianchi e Paola Bellisari.

Se l’Italiano ha sofferto il freddo, il Londinese invece si è “trovato come a casa”, camminando per il centro storico, ammirando fra l’altro le due basiliche di S.Bernardino e S.Maria di Collemaggio, ma anche percorrendo le vie di Santo Stefano di Sessanio e Castelvecchio Calvisio. Si è detto “estasiato” di tanta bellezza, forse anche per la cortesia dei due “ciceroni” che lo hanno guidato, ed ospitato nella loro stupenda casa di Castelvecchio, i coniugi Gabriella e Giuseppe Santoro.

Il Parigino, invece, ha goduto del “piacere della maldicenza” che L’Aquila gli ha riservato, anche quando, con gli altri ospiti, si è trovato dinanzi alla spiritualità degli affreschi del “monistero dell’Eucarestia”, o della “Beata Antonia”, di via Sassa.

Il Moscovita, che per aver detto, attraverso gli schermi televisivi, qualche “verità” su Putin, ha dovuto “fuggire” a Kijew, dove ha riproposto il suo programma Tv “libertà di parola”. L’Inquilino del Cremlino non ha proprio mandato giù la “maldicenza costruttiva” di Savik Shuster.

Che dire allora? Un successo eccezionale per “un’idea geniale”- come hanno detto i conosciuti giornalisti Europei- che ha contribuito, e contribuirà in avvenire, a rendere “visibile” la città. Oggi sfortunatamente “oscurata” in seguito alla dissennata politica amministrativa.