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ANDREOTTI A SUON DI MALDICENZA


di ALESSANDRO ORSINI
da Il Messaggero, 15 gennaio 2006


Subito una maldicenza in perfetto stile Sant’Agnese: è sempre un rischio invitare persone di una certa età, che per un motivo o l’altro di salute poi possono anche disertare. È successo così che ieri pomeriggio al Teatro, nella seconda giornata del ”Pianeta maldicenza” incentrata sulla diffusione dell’arte del ”male dicere” in politica, alla fine sono mancati fisicamente tutti gli ospiti. Se del senatore Giulio Andreotti, infortunato ad un piede, la defezione era già nota e superata con un collegamento telefonico, dell’assenza degli altri due relatori, il giornalista e senatore Lino Jannuzzi e lo storico e scrittore Antonio Spinosa, s’è saputo all’ultim’ora o quasi. Solo che Jannuzzi ha fatto perdere le sue tracce da giovedì, mentre Spinosa se non altro s’è fatto rappresentare da un suo collaboratore, il professor Carmine Mastroianni.

Adempiuto al dovere ”agnesino” di critica maldicente, va detto invece che il pomeriggio di ieri è risultato ugualmente godibile. Ed il merito, oltre all’associazione culturale dei ”Devoti di Sant’Agnese” che ha curato l’organizzazione, va tutto al senatore Giulio Andreotti che telefonicamente s’è fatto considerare, come aveva detto nel suo saluto il vice sindaco Ernesto Placidi, «in mezzo a noi». Ma non va taciuto che Andreotti s’è fatto guidare (o, per fare ancora maldicenza, ha subdolamente guidato, anche glissando su alcune domande) da quel ”gran cerimoniere di salotto” che è Bruno Vespa, aiutato nell’occasione da uno come il governatore Ottaviano Del Turco, che ha retto bene la scena anche per la conoscenza diretta con Andreotti.

E in un’oretta il senatore ha spaziato su tutti i campi della politica e della maldicenza, toccando anche vicende spiacevoli, come l’accusa di mafia nei suoi confronti «su cui qualcuno ha lasciato l’impronta delle mani ma anche dei piedi»; andando poi dalla guerra a Saddam Hussein al pericolo atomico dell’Iran; da aneddoti su «alcuni bei maldicenti della politica» come Cirino Pomicino e Fanfani; fino a spiegare la genesi di alcune frasi a lui attribuite. Sornione come sempre, è riuscito a dire e non dire persino sul sospetto di qualche sua relazione extraconiugale. Sorpreso, in verità, è rimasto solo quando il coro ”Mamò”, apparso dietro a Vespa e agli altri ospiti, ha intonato prima ”Oh Happy Day” e poi il consueto ”Tanti auguri a te” in onore del compleanno n. 87 di Andreotti, che cadeva giusto ieri.

Insomma, è mancato solo il fisico di Andreotti, non il suo spirito. Per il resto, gradevole anche l’excursus del professor Mastroianni, che partendo da Dante ha spaziato tra i personaggi della storia politica nazionale e straniera scovando protagonisti e vittime della maldicenza.

Oggi la giornata conclusiva, quella più popolare, dedicata alla messa in scena delle opere selezionate per il Concorso d’arte critica. Si comincia alle ore 16 al Teatro, si proseguirà alle 18 nel cortile del Municipio con musica, vin brulé e dolci.