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S. AGNESE: DA FESTA POPOLARE
A FESTA DEL POTERE


dal blog "Immotamanet", 7 gennaio 2006
(leggi in originale)


Già già, il solito aspirante intellettuale che deve sempre criticare tutto. La si pensi come si vuole ma fatto sta che a me questa 'festa strana', la festa (laica? religiosa? pagana? anticlericale? chi ci capisce qualcosa mi faccia sapere...) della maldicenza, del pettegolezzo, delle malelingue, non mi piace. O perlomeno non mi piace la veste che gli si cerca di vestirgli addosso.

Ora, uno se la può rigirare come vuole, ma in ogni caso, stando ai fatti, S. Agnese era comunque la festa della dissacrazione del potere. Era... E già, perché oggi è tutt'altro. O meglio, a fronte di una tradizione, reinventata nel recente passato e in piena espansione, della festa popolare in cui le comitive vanno a spassarsi una sera in maniera sicuramente particolare (forse unica nel suo genere) c'è il tentativo del ceto politico cittadino e non solo di inventarsi una tradizione, una cultura, a uso e consumo della propria legittimazione. Insomma, la festa della dissacrazione del potere deve diventare la festa del potere, un momento in cui, più o meno sottilmente, del potere non si fa la pungente e sarcastica critica ma bensì se ne cantano acriticamente i vizi, i salotti, i cenacoli, i complotti, il cinismo, l'ingordigia e la corruzione.

Le istituzioni aquilane sono saltate in groppa al cavallo e nel tentativo legittimo di promuovere un evento hanno ben pensanto di ricamarci sopra anche un'operazione di carattere ideologico e culturale. Un operazione del tipo, "è vero, rubiamo, facciamo affari e giochi i loschi ma in fondo la natura del potere è questa e quindi dovete prenderci così come siamo". Insomma, evviva la corte e tutti i cortigiani...

Così a parlare di maldicenza a L'Aquila arrivano i Cossiga, gli Andreotti, i Bruno Vespa, ecc... Personaggi che a qualcuno potranno pure sembrare comici... ma restano di fatto uomini di potere, protagonisti del potere e delle sue malefatte. Dubito che Andreotti farà la satira di se stesso o ci svelerà qualche 'segreto'. Ma forse in fondo ha ragione lui, "il potere logora chi non c'è l'ha" e in virtù di questo in Italia un potente può andarsene in giro esigendo rispetto e riverenza senza paura di essere schernito, sbeffeggiato o pardiodato.
Sarà, però a me non dispiacerebbe vedere Beppe Grillo piuttosto che Andreotti in una prossima S. Agnese...