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IL PIANETA MALDICENZA


da Agenzia Agi, 9 gennaio 2006


(AGI) - L'Aquila, 9 gen. - Il senatore a vita Giulio Andreotti festeggera' all'Aquila, il prossimo 14 gennaio, il suo 87/mo compleanno nell'ambito di Sant'Agnese 2006 "Il pianeta maldicenza". L'iniziativa, giunta quest'anno alla terza edizione, e' promossa dall'associazione culturale "Confraternita aquilana dei devoti di Sant'Agnese" e nasce allo scopo di celebrare la tradizione tutta aquilana della "maldicenza", che nelle intenzioni degli organizzatori, non deve essere intesa come pettegolezzo o diffamazione, ma come critica costruttiva. Nel capoluogo abruzzese Sant'Agnese si celebra ogni anno il 21 gennaio. Le varie confraternite "agnesine" si riuniscono, in genere nei ristoranti cittadini o appena fuori porta, per eleggere i propri rappresentanti. Le cariche goliardiche vanno dal presidente al segretario (in qualche caso, a vita), passando poi per "lavannara" (lavandaia), "taglia e cuci", "lima sorda", "recchie (orecchie) fredde", fino alla moderna "shampista".

La manifestazione aquilana si svolgera' dal 13 al 15 gennaio. Il senatore Andreotti, che sara' intervistato dal giornalista Bruno Vespa, sara' nel capoluogo abruzzese il 14 per partecipare al convegno "La maldicenza in politica", al quale prenderanno parte anche lo storico Antonio Spinosa e il giornalista Lino Jannuzzi. A presentare la terza edizione della manifestazione sono stati il professor Tommaso Ceddia, presidente della "Confraternita dei devoti di Sant'Agnese", Ottavio Ludovico Nardecchia, segretario a vita, il vice presidente del Tsa, Roberto Ettorre e il direttore artistico della manifestazione, Federico Fiorenza. L'organizzazione quest'anno e' stata affidata al Teatro stabile abruzzese.

Nell'edizione del 2004 fu il Presidente emerito Francesco Cossiga ad indicare in Giulio Andreotti, l'uomo letto per la sua "sana critica politica". Ispirato alla parressia dei filosofi Greci, in particolare di Socrate, Giulio Andreotti si dice convinto che "la maldicenza, sempre ed in ogni epoca, ha alimentato la politica; anzi ne e' essenza irrinunciabile, poiche' forma di garanzia politica". La maldicenza non alimenta solo la politica, ovviamente. Essa la fa anche da padrona nel giornalismo, come sostiene uno dei giornalisti piu' noti in Europa per la sua "filosofica ironia": Antonio Caprarica, corrisponde della Rai da Londra, che presiedera' la tavola rotonda (13 gennaio) sulla "Prima internazionale della maldicenza", alla quale parteciperanno i giornalisti Marc Semo, editorialista di "Liberation" (Parigi); William Ward, corrispondente da Londra di "Panorama" e "il Foglio" e Savik Shuster, condirettore del programma televisivo "Liberta' di parola" a Mosca. (AGI)
Red/Plt (Segue)

(AGI) - L'Aquila, 9 gen. - "All'Aquila fate tacere la maldicenza, e' massonica". Questo fu l'ordine perentorio che Benito Mussolini diede dopo aver avuto un dettagliato rapporto sulla secolare festa aquilana di Sant'Agnese. La tradizione, dalle origini antichissime, fu pero' ripristinata nel 1959.

Alla fine dell'Ottocento, con la trasformazione delle primitive "feste delle malelingue" del lontano 1300, vennero costituite le confraternite dei "devoti" di Sant'Agnese, dalle quali nacquero i "circoli agnesini" dei borghesi e dei nobili che molti definirono o sospettarono massonici. Segno distintivo degli stessi fu l'esclusione delle donne, certamente per ricalcare la consuetudine dei circoli anglosassoni. La medesima massoneria, ricorda il giornalista e storico Amedeo Esposito, era specchio della vivace loggia aquilana, non coperta, che nel 1913 fu intitolata al suo piu' illustre "venerabile": il Pittore Teofilo Patini, fra i piu' noti artisti della scuola napoletana ottocentesca, fondatore della scuola d'arte dell'Aquila.

In quel periodo la festa del 21 gennaio, in verita', era divenuta quasi schermo sia per la massoneria sia per i circoli socialisti ed anticlericali.

Motivi per i quali, il regime fascista vieto' rigorosamente la "Festa strana", cancellando ogni pur minimo residuo della memoria agnesina. L'ultimo atto di tale puntigliosa e lunga persecuzione si ebbe nel 1940-41 con la distruzione, per farne cannoni, del monumento bronzeo di Piazza del Teatro, dedicato al citato pittore Teofilo Patini. Le confraternite agnesine tornarono a vivere nel 1959, 14 anni dopo la seconda guerra mondiale, quando venne ricostituita la "Confraternita aquilana dei devoti di Sant'Agnese - Garrulorum praesidium" riservata rigorosamente ai soli uomini. Circa 25 anni fa - dopo un ennesimo diniego dei "Devoti" di Sant'Agnese ad ammetterle nella propria Confraternita - le donne crearono un loro "monistero agnesino".

Sant'Agnese, elevata dagli aquilani a protettrice delle "malmaritate" le odierne passeggiatrici", sara' poi al centro della ricorrente "festa asburgica" (15 gennaio), in cui, per rievocare i "fasti della maldicenza degli ultimi settecento anni" della citta', diecimila e piu' aquilani si riuniranno nella corte del palazzo civico che fu di Margherita d'Austria (nel 1564 governatrice perpetua d'Aquila). Saranno alzati i calici di vin brule', per scacciare il freddo, in onore dei cittadini piu' "linguacciuti" dell'anno e sara' assegnato l'Agnesino 2006. Alla manifestazione e' legato un concorso per testi teatrali. Quest'anno, sui circa 50 elaborati, la giuria ne ha selezionati 16 che saranno rappresentati da attori del Tsa. (AGI)